martedì 27 settembre 2016

 “A TARANTO SPUNTANO SALE GIOCHI COME FUNGHI”

CAGNAZZO: TARANTO TRA LE CITTA’ ITALIANE CON IL MAGGIOR NUMERO DI MACCHINETTE MANGIA SOLDI E SECONDA DOPO BARI IN PUGLIA. Aumentano le richieste di sostegno al Sert.

Un monitoraggio complesso, incrociato con la “Direzione Nazionale Antimafia” e l’Agenzia delle Dogane e Monopoli (Aams). I tarantini un vero e proprio popolo di scommettitori, si posizionano al 32° posto delle province italiane dove c’è una raccolta per la spesa al gioco di circa 618 milioni di euro (al lordo delle vincite), con una spesa procapite annua di circa 1.100= euro. Mentre si posizione al 19° posto per apertura sale “slot machine”. Il dato inquietante è che 40.000 mq sono dedicati al gioco d’azzardo, su una popolazione tra Taranto e provincia di 584.000 abitanti, quindi con la presenza di una slot machine ogni 530 abitanti. Quanto a numero di esercizi sul territorio, non c’è storia, vince la provincia di Lecce: circa 2.000. Segue la provincia di Bari con circa 1.600 sale, quella di Taranto a quota 1.100, Foggia con 960 esercizi, infine i 900 locali di Brindisi. Le posizioni però cambiano se si tiene conto solo delle città capoluogo: Bari balza in testa con circa 370 esercizi, seguita da Taranto con 340, Lecce con 240, Foggia con 225 e Brindisi con 165. A sostenerlo è il Criminalista Michele Cagnazzo, tra i maggiori esperti ed analisti in ambito criminalità organizzata, con diversi riconoscimenti istituzionali alle spalle e autore di diverse pubblicazioni scientifiche sulla mafia.                   Continua Cagnazzo: “L’equazione è elementare: più alto è il numero delle slot machine, più si gioca e più si perde. Dalla ricerca è emerso che il 51% dei tarantini ha giocato almeno una volta, sperando in una vincita in denaro. Tra giocatori “problematici” e “patologici” migliaia di tarantini sono alle prese con un vero e proprio disturbo. Il fenomeno non ha età. Riguarda tanto gli adulti quanto i più giovani. Dall’analisi è emerso che i maggiori scommettitori sono gli operai, a seguire impiegati, pensionati, studenti, casalinghe, liberi professionisti e disoccupati. Spiega Cagnazzo: “Quello che maggiormente preoccupa dai dati ufficiali sui giocatori patologici a Taranto, è che quelli presi in cura dai Sert aumentano del 50% ogni anno. Nel 2013 erano circa 80, dato che però rappresenta una sottostima del fenomeno. Il dato certo è che stanno aumentando le persone che fanno richiesta di sostegno ai Servizi Sert del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze, infatti nel 2015 sono circa 200 le unità, di cui il 22% donne, con un’età media che va dai 40 ai 54 anni. Un fenomeno in crescita frutto anche della crisi economica, che spinge tante persone a cercare “fortuna”. Purtroppo dietro al fenomeno conosciuto si annida un’ampia fascia di persone sommerse che giocano ma di cui nessuno sa nulla. Si perde denaro, si entra anche in un giro di prestiti forniti da usurai che mettono in pericolo tutta la famiglia del giocatore. Continua Cagnazzo: “Numeri alla mano siamo di fronte ad un contrappasso quasi dantesco: la recessione continua a svuotare i portafogli ma aumentano i soldi spesi nelle slot machine. Un mix di gioco d’azzardo e disperazione ma anche ludopatie e disagio sociale. Quello che si mette in gioco, in realtà, è la vita stessa, le relazioni e gli affetti, per arrivare al Sert quando tutto è già compromesso. Conclude Cagnazzo: “Credo che di fronte a questi numeri e storie drammatiche, l’Amministrazione Comunale può fare tanto. Magari approvando in consiglio comunale un regolamento che prevede norme restrittive per arginare il fenomeno della proliferazione incontrollata. Qualche soluzione si può comunque azzardare, se si vuole.”


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