martedì 19 luglio 2016
“Taranto: le mani degli immigrati sul racket dell’elemosina”
Taranto, Viale Magna
Grecia. A partire dalle prime luci del giorno, un immigrato, probabilmente africano,
si posiziona davanti alla sede della “Banca Nazionale del lavoro” con un
cappellino da baseball in mano per chiedere l’elemosina. Sta lì fino al primo
pomeriggio, poi sparisce. Se qualcun altro
– anche italiano- prova a far concorrenza, ma non appartiene al giro,
cominciano i guai. La
domanda che ci si pone: Questuanti o Sfruttati?
Persone che chiedono l’elemosina o uomini sfruttati da organizzazioni
criminali? A sollevare la questione è il Criminalista Michele Cagnazzo, Direttore
del Centro Studi Ricerche Operative Antimafia, che nei prossimi giorni
presenterà un esposto al Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, per chiedere
spiegazioni in merito al moltiplicarsi del numero di questuanti. Continua Cagnazzo: “davanti a tutti i
supermercati cittadini, tabaccai, bar, piccoli esercizi commerciali –spiega-
c’è una persona di colore che svolge attività di accattonaggio; il fatto che ve
ne si trovi solo uno e in quasi la totalità dei centri, porta a pensare che queste
persone, in qualche modo, siano organizzate. Tale organizzazione può essere
autonoma o provenire da terzi che coordinano o sfruttano i questuanti. Qualora
ci si trovasse dinnanzi ad una precisa organizzazione –continua Cagnazzo-
verseremmo in ipotesi di gravissimo allarme sociale e di innegabile rilevanza
penale. Gli immigrati sono facilmente ricattabili per via della loro condizione
di clandestini”. Pertanto Cagnazzo,
chiederà al Primo Cittadino: “Se il fenomeno sia monitorato, Se possa
escludere situazioni di sfruttamento o caporalato e Se ritenga normale che
davanti ad ogni supermercato cittadino o altro esercizio commerciale vi sia una
persona che chiede l’elemosina. Questo fenomeno crea insicurezza e paura alla
gente anziana, anche di giorno. Auspico che il Primo Cittadino comprenda che
l’accattonaggio è diventato una vera emergenza”. Conclude Cagnazzo: “ritengo,invece, plausibile che questa vergogna
quotidiana, di giovani e meno giovani, sani e zoppicanti, giunti dalle più
disparate zone d’Europa, non siano arrivati singolarmente ma attraverso qualche
organizzazione che si premura di accompagnarli direttamente sul posto.
Probabilmente si sono creati dei racket, e per molti mendicare è diventata
un’occupazione e un modo abituale di vivere. Non dimenticando che
l’accattonaggio è un reato. E non è questione di razzismo, a Taranto comincia a
diventare un problema di ordine sociale e pubblico”.
Ufficio Stampa
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