“Michele Cagnazzo, a capo dell’Osservatorio: un giro d’affari che negli ultimi anni è cresciuto del 400%”
Un sistema sempre più diffuso di “ripulire” il denaro sporco: la malavita va in cerca di biglietti vincenti e se li compra (con un sovraprezzo) per dimostrare la provenienza legale del denaro. La criminalità barese sfrutta i giochi legali per ripulire i propri soldi sporchi. Come? Compra i biglietti fortunati attraverso una fitta rete di rivendite che fungono anche da segnalatori, pagano un piccolo sovraprezzo, e intascano loro la vincita: così il denaro diventa lecito, pronto ad essere reinvestito. La novità della ricerca dell’Osservatorio Regionale sulla Legalità, fa notare come oggi ci sia un mercato nel barese che non ha conosciuto crisi, e che anzi ha visto crescere il proprio giro d’affari di quasi il 400 per cento. La raccolta per il gioco legale, dai casinò alle agenzie di scommesse nella sola Regione Puglia è passata dagli 800 milioni di euro del 2006 ai 3 miliardi di euro dell’ultimo anno.
“Di fronte a una crisi economica il gioco dovrebbe diminuire, invece succede il contrario” afferma il criminalista Michele Cagnazzo, esperto di criminalità organizzata e responsabile dell’Osservatorio. Continua Cagnazzo: “E’ vero che gli italiani sono malati del gioco, è pur vero che la crescita dei volumi non è proporzionale all’aumento del reddito medio. E’ evidente che quei soldi provengono da altre provviste”. Cagnazzo guarda ai grandi numeri, affermando che “nei momenti di crisi tanti invocano la consolazione della dea bendata e affollano le ricevitorie”. E da studioso, crede, fino a prova contraria, che in quel fatturato cresciuto quattro volte venga immesso un fiume di denaro scaturito dall’economia sommersa. “ Un paradosso – continua il criminalista – la scelta di legalizzare le scommesse doveva servire a contrastare la rete di raccolta abusiva gestita dalla criminalità (e rimpinguare le casse dello Stato). Pochi anni dopo, quella decisione si è trasformata nella più semplice opportunità per ripulire denaro”.
Un fenomeno sempre più diffuso nel barese, senza distinzione di ceti: basta trovare la persona ed il luogo giusto. “Dal nostro stato di osservazione – prosegue Cagnazzo – a Bari e provincia davanti a tabaccai, bar, ricevitorie, agenzie di scommesse è un via vai di casalinghe, pensionati, disoccupati, qualche commerciante e molti impiegati ed operai. A volte ci si imbatte in professionisti in giacca e cravatta, che provano a mimetizzarsi celando il proprio volto dietro grossi occhiali da sole griffati. Tutti cercano qualcuno, una sorta di benefattore. Un qualcuno, più affidabile e più solerte di un istituto bancario, quando deve prestare denaro o quando fa da bancomat agli scommettitori: insomma un moderno usuraio. C’è sempre qualcuno in ogni punto vendita che ha queste caratteristiche, ed è a disposizione di tutti. Anche quando qualcuno vince una somma superiore a quella che viene subito riconosciuta agli sportelli delle ricevitorie del lotto o delle agenzie di scommesse, si rivolge a lui per ritirare il premio in poche ore. Il fortunato riscuote immediatamente, rinunciando ad una percentuale minima pur di avere tra le mani l’incasso. Questo “benefattore” acquisisce un titolo che porta diritto in banca, così da poter giustificare il denaro che transita sul suo conto. Sempre che alla sua porta non bussi, nel frattempo, qualcuno con la stessa esigenza e che paghi bene quel servizio: un esponente della criminalità, un imprenditore o un professionista con troppi soldi in nero, un dirigente pubblico o il galoppino di un politico che ha mazzette da investire. Tutti sullo stesso livello, tutti pronti a barare per mostrarsi “fortunati” al gioco. Così, tra i clienti di questo “benefattore” ci puoi trovare anche la crema della borghesia barese, alla disperata ricerca di un tagliando d’oro da esibire in caso di accertamenti fiscali o di indagini. Basta anche solo una fotocopia della schedina, perché le giocate sono sempre anonime.”
La criminalità organizzata si è infilata nel settore in modi diversi. Da un lato, attraverso la gestione diretta di parte di migliaia di centri autorizzati; dall’altro, esiste la prova di massicce puntate con denaro sporco nella speranza statistica di ottenere comunque vincite significative e legittime. La punta dell’iceberg sono quegli esponenti della criminalità organizzata che riciclano acquistando o estorcendo, in alcuni casi, i tagliandi vincenti.
Michele Cagnazzo
Criminalista– Resp.le “Osservatorio Regionale sulla Legalità” Puglia
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