L’atto intimidatorio giunto presso lo studio-abitazione dello scrittore e criminalista Michele Cagnazzo, impegnato già da diversi anni sul fronte antimafia (in data 24/11/2008, contenente una lettera di minacce e due proiettili di grosso calibro), come da immediata dichiarazione rilasciata dallo stesso Cagnazzo “si ritiene non riconducibile soltanto ed unicamente al suo libro-inchiesta “Mafia una guerra senza confini”, che comunque rimane una denuncia chiara, netta del malaffare, della corruzione e della questione mafiosa in Italia ed in Puglia, ma potrebbe essere altresì riconducibile anche all’incessante attività antimafia che Cagnazzo sta portando avanti ed espletando in questi ultimi anni attraverso innumerevoli dibattiti, conferenze e presentazioni, durante i quali non risparmia nomi, cognomi, fatti e circostanze”. Tra le ulteriori attività del Cagnazzo segnaliamo anche il progetto di Educazione alla Legalità di cui è coordinatore denominato “L’Antimafia entra nelle Scuole” – Conoscere le mafie ricostruire la legalità, che sta portando avanti con assoluta determinazione in diversi Istituti Scolastici. Tutta questa incessante attività antimafia si lega ultimamente anche alle ultime inchieste e studi di settore sulle nuove frontiere ed aree di intervento della mafia barese, ovvero quella economica. Ultimamente ha dichiarato pubblicamente che nella riedizione ampliata del suo ultimo libro “Mafia una guerra senza confini”, che uscirà a breve, ci sarà un capitolo interamente dedicato “Ai segreti della mafia Barese: dall’usura al riciclaggio”.
Tale attività incessante ha evidentemente punto nel vivo quelle logiche di malaffare contro cui incensantemente lotta Michele Cagnazzo. Le segrete corporazioni mafiose non sono state a guardare, ma da tempo hanno cercato di ostacolare quest’attività in modo più o meno sottile sino a quando in data 17/11/2008 ha ricevuto un SMS anonimo contenete la seguente minaccia “ Lascia perdere la mafia bastardo se no farai brutta fine”.
Tutto questo, dichiara Cagnazzo, potrebbe aver dato fastidio a qualcuno, “lo schifoso potere mafioso quando lo sfidi emerge in tutta la sua arroganza e prepotenza”, io continuerò a fare quello che ho sempre fatto, perché la lotta alla mafia è una personale scelta etica e morale, e non riesco a concepire la mia vita in maniera diversa. Quindi non mi pongo il problema della paura e non mi fermerò. Il coraggio di fronte a queste ignobili minacce ha già preso il sopravvento.
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